La democrazia liberale costituisce il perno attorno a cui ruota il sistema di potere del capitalismo globalista: per questo essa è esaltata in Occidente come la migliore forma di governo in assoluto da estendere a livello universale. La sua pretesa di superiorità, infatti, ne legittima qualunque azione e qualunque imposizione ideologica, sconfinando nell’ossimoro solo apparente della dittatura democratica.
Il cosiddetto mondo libero si ritiene, infatti, investito dal destino del compito messianico di annunciare il verbo del capitalismo ipertecnologico e materialista in tutto il globo. Tuttavia, l’esaltazione della democrazia liberale come unico e migliore metodo di governo è una convinzione pretestuosa di matrice interamente occidentale, che si traduce in un dogma politico meramente ideale: la perfezione della democrazia intesa come sistema di potere in cui è il popolo a prendere le decisioni dirimenti sul destino del Paese si è rivelata spesso un’ingenua utopia, specie all’interno di un paradigma in cui le forze economico-finanziarie esercitano un ruolo d’influenza preponderante sul processo democratico e sulle dinamiche parlamentari.
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